«Non si può vietare a qualcuno di aver più gusto per una devozione privata che per la freddezza aspra dell’ufficio della Messa. Ma egli non può dire che la Liturgia è priva di vita, rigida, poiché egli stesso non riesce ancora a padroneggiare con l’animo queste forme ampie e forti».
Romano Guardini, Formazione liturgica
Le norme fissate dalla Penitenzieria Apostolica per ottenere l’indulgenza plenaria nel corso del Giubileo 2025 sottolineano l’importanza dell’impegno personale nella formazione. Ascoltare conferenze, seguire corsi di approfondimento, cercare di arricchire la propria sensibilità, porsi obiettivi di crescita culturale, individuare possibili guide per intraprendere un meraviglioso pellegrinaggio nelle regioni dello spirito: ecco alcuni modi per interpretare la vocazione di questo Anno Santo. Camminare con il Signore significa cercare di superare sempre i propri limiti, resistere alla tentazione della stanchezza e dell’essere troppo “indulgenti” con se stessi diventando “tiepidi” nella fede. L’amore per il Risorto è un fuoco. In mille modi san Paolo insiste su come ci abbia catturati e ci avvolga totalmente. E questo fuoco non può non spingerci a voler familiarizzare con la Scrittura per riconoscere in essa la voce dell’Amato, a confrontarci con le sollecitazioni della teologia
e dei maestri della spiritualità che se ne sono fatti interpreti, senza dimenticare quanto è prezioso perfezionare le competenze teoriche e pratiche necessarie a celebrare l’Eucaristia e gli altri sacramenti “con arte” (cfr. Sal 47,7), in modo che ogni uomo possa gustare e vedere com’è buono il Signore (cfr. Sal 33,9).
Il Giubileo della Speranza vuole farsi occasione di promozione del sapere in un momento in cui le Chiese particolari sono chiamate a far maturare i frutti degli anni appena trascorsi, caratterizzati da un vivace confronto, che ha portato talora a ripensare alcune strutture che potrebbero non essere più adeguate a questo tempo. Il nostro Sinodo diocesano ci ha permesso di riscoprire il valore della ministerialità “carismatica” dei laici nella vita della Chiesa e ora c’è bisogno di soffermarsi in un approfondimento e una giusta calibratura delle recenti acquisizioni. Per i “ministeri battesimali” è previsto un percorso diocesano scandito in tappe progressive di discernimento, conoscenza, valutazione, preparazione. Ma accanto alla valorizzazione di questa preziosa forma di impegno dei laici, che tanto bene fanno già alle parrocchie, la Chiesa ne suggerisce anche un’altra. Ci sono alcune figure individuate da Papa Paolo VI, e ora raccomandate da una recente “Nota” della CEI, come aiuti validissimi sia nell’ambito liturgico che della carità e dell’annuncio: il lettore, l’accolito e il catechista istituiti. Per cominciare a prendere confidenza con queste antiche e nuove modalità di servizio laicale, l’Ufficio per la Liturgia propone un ciclo di incontri, concentrati in particolare nel mese di gennaio, che provano a dare un contributo al rinnovarsi della Chiesa di Padova.
“Gennaio alla Liturgia 2025” ha il suo cuore nelle quattro serate del venerdì, in cui docenti di teologia e Pastori di notevole esperienza si assumono il compito di illustrare la storia, il senso e la realtà concreta dei ministeri istituiti, e nella mattina di studio di sabato 11 gennaio, appuntamento diocesano organizzato in collaborazione con il vicario per la Pastorale, don Leopoldo Voltan, e i responsabili della Caritas e dell’Ufficio per la Catechesi. Alla presenza del Vescovo Claudio, è prevista una conferenza del Cardinale Roberto Repole su “I ministeri istituiti del lettore, dell’accolito e del catechista nella vita di una Diocesi”, che prelude a un lavoro di gruppo da cui trarre una sintesi che possa suggerire alcuni primi passi da compiere in futuro.
Nelle serate di mercoledì, vengono proposte quattro lezioni online per far maturare nel Popolo di Dio la visione ecclesiologica e liturgica presente nei testi del Magistero della Chiesa, dalla Ministeria quaedam (1967) alla Nota ad experimentum della Conferenza Episcopale Italiana: I ministeri istituiti del lettore, dell’accolito e del catechista per le Chiese che sono in Italia (2022).
Il programma offre anche corsi che mirano a dare indicazioni per gestire al meglio gli aspetti pratici del celebrare cristiano. Dopo gli incontri del 2023 dedicati ai sacristi e un approfondimento, nel 2024, sul Battesimo dei bambini e le Esequie, quelli del 2025 hanno per tema “Come la parrocchia celebra il Matrimonio. A vent’anni dal Rito del Matrimonio (2004)”. Sono stati pensati per raggiungere, il giovedì sera, varie zone della Diocesi: Solesino, Stra’, Quero, Asiago e, il 6 febbraio, la parrocchia del Sacro Cuore in Padova, e vorrebbero aiutare presbiteri, diaconi, laici, lettori, maestri di coro, fioristi, sacristi ad affrontare la celebrazione del Matrimonio cristiano valorizzandone il rito, la Liturgia della Parola e i suoi lettori, il canto appropriato e l’alternanza coro e assemblea, e curando l’arredo dell’edificio sacro in modo che si illumini di “nobile semplicità”. Queste serate introducono un breve corso in due appuntamenti che partirà, nelle stesse sedi, nel mese di marzo, organizzato in collaborazione con l’Ufficio diocesano di pastorale della Famiglia.
Dato l’interesse riscosso l’anno scorso, vengono riproposte tre mattinate di studio intensivo per le scholæ cantorum, presso la chiesa padovana della Sacra Famiglia, con lezioni ed esercitazioni pratiche a cura dei maestri Alessio Randon e Francesco Cavagna.
Infine, nei pomeriggi di sabato, torna il corso di formazione per i nuovi candidati al Ministero straordinario della Comunione.
Come nelle precedenti edizioni, tutti i partecipanti a questo laborioso “Gennaio” sono invitati a celebrare in Cattedrale il Signore, nostra forza, in occasione dei Vespri delle domeniche e della Messa del 2 febbraio.
Il simbolo che abbiamo scelto per la rassegna è una rosa bianca, reverente omaggio a Romano Guardini, che chiamò così il gruppo di giovani cui insegnava l’arte del servire nella Liturgia il “bel Pastore”.
Gianandrea Di Donna
Responsabile
E attendo che spunti dalla mia anima
la domenica di luce
(Misakh Metzarents)
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