No a estremismi del ritualismo e creatività esasperata

“Tu sei la nostra speranza”. Il grido che conclude l’inno Te Deum è stato il filo rosso degli incontri culturali che hanno caratterizzato la settantacinquesima Settimana Liturgica nazionale, organizzata dal Centro di Azione Liturgica presieduto da S.E. Mons. Claudio Maniago. Più di cinquecento persone riunite a Napoli, in questo anno giubilare dedicato alla Speranza, immerse in una città dalle molte contraddizioni: bellezza e incuria, grandiosità e povertà, religiosità e devozionismo.

La Cattedrale, la Basilica di Capodimonte, le chiese di Santa Chiara e di San Felice a Cimitile sono stati i luoghi in cui la Settimana ha potuto vivere quella “formazione dalla Liturgia” auspicata da papa Francesco e richiamata più volte dai diversi relatori. In particolare, è stata significativa la sosta sulle fondamenta paleocristiane di Cimitile, dove i segni della fede che ha animato il popolo campano sembrano custodire la speranza di una rinnovata vitalità spirituale e rituale.

Elementi ricorrenti sono stati la necessità di evitare gli estremismi del ritualismo e della creatività esasperata, posto che il rito non è solo frutto dell’incontro con il nostro ambiente vitale, ma plasma e orienta lo spazio e il tempo all’adorazione di Dio. Se la Liturgia ha la pretesa di cambiare l’uomo, e non solo di intrattenerlo spiritualmente, essa diventa l’azione che imprime nella nostra vita una forma nuova: quella del Crocifisso e Risorto. L’auspicio è allora che le comunità possano riscoprire sempre più Cristo come «l’unica vera speranza che supera ogni umana attesa e rischiara gli infiniti secoli» (Prefazio della Messa rituale per il Giubileo) e scegliere di celebrarlo con tutta la luce che gli è propria.

Marino Angelocola

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