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Calendario delle celebrazioni 2024-2025

CHIESA DI PADOVA
ANNO DEL SIGNORE 2024-2025
CALENDARIO DELLE CELEBRAZIONI

 

Il nuovo libro Anno del Signore 2024-2025. Guida per le celebrazioni secondo il calendario romano proprio (in vigore dall’1 dicembre, I Domenica di Avvento)  sarà disponibile presso la Libreria San Paolo – Gregoriana di via Vandelli (Piazza Duomo) dal giorno 12 novembre. Come omaggio a una Chiesa sempre più ministeriale, fatta di fedeli che con entusiasmo si mettono a disposizione per aiutare, migliorare, donare, sulla copertina è stato riprodotto un particolare della “lavanda dei piedi” dipinta dal pittore cinquecentesco Giovanni Agostino da Lodi. Il Signore Gesù è in ginocchio, eppure non sta guardando Pietro, che a sua volta ha gli occhi persi nella contemplazione di qualcosa di misteriosamente ulteriore.

Pare di sentire la voce del Maestro: «Capite quello che ho fatto per voi?» (cfr. Gv 13,12b).

Chi sfoglierà questo Calendario troverà a pagina 23 uno spunto per interpretare ciò che l’arte profeticamente coglie. Si tratta ancora del particolare di un quadro, di circa un secolo più tardi. Il pittore fiammingo Abraham Janssens ripropone un catino quasi uguale all’altro, pieno non più di acqua ma del sangue del Signore crocifisso. Si spalanca così davanti a noi l’abissale mistero teologico che sta al di sotto di un gesto apparentemente di umile concretezza, come quello di Gesù che si inginocchia e lava i piedi ai suoi. Perché in quel catino c’è già l’anticipo di tutta la Pasqua del Signore. Non è infatti con l’acqua che Gesù lava i piedi ai discepoli, e in loro a tutta l’umanità, ma con il proprio sangue.

È l’arte a condurci dentro questo abisso di unità teologica, ed è per tale ragione che il libro prova a sostenere la nostra fede con alcune meravigliose interpretazioni che i pittori di ogni epoca (in particolare i medievali, capaci di parlare per simboli) hanno dato del mistero di Dio.

Il Calendario offre tutte le indicazioni liturgico-rituali e pastorali in vista delle celebrazioni dell’Anno del Signore 2024-2025, e riporta l’elenco delle Giornate Mondiali e Nazionali 2025 promulgate dalla Conferenza Episcopale Italiana. Non si è potuto invece menzionare le integrazioni nei libri liturgici relative alle nuove sette memorie dei Santi, in quanto diffuse mentre il volume era già in stampa. Le si trova comunque nella sezione relativa all’Eucaristia (https://liturgia.diocesipadova.it/eucaristia/).

I testi dei nuovi Messale, Lezionario, Orazionale e Liturgia delle Ore Propri sono in attesa dell’approvazione del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, quindi l’indicazione è ancora quella di tenere presente la versione del 1988, reperibile sul sito (https://liturgia.diocesipadova.it/propriodiocesano/).

 

Rev. Gianandrea Di Donna

Responsabile dell’Ufficio diocesano per la Liturgia

 

 

 

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Il Vescovo Claudio: la ministerialità nella Chiesa

 

Dopo aver accompagnato il Sinodo con la preghiera, i parroci si stanno chiedendo come trasformare la proposta dei ministeri battesimali nella realtà di una Chiesa nuova. Il vescovo Claudio ha caro questo tempo, da dedicare “a riconoscere che abbiamo ancora una missione e non dobbiamo solo conservare il passato, ma andare verso la novità che è il futuro. Che sarà figlia nostra”. Gli occhi gli si illuminano di speranza, mentre una commissione è già all’opera per studiare l’articolazione dei ministeri battesimali secondo tre punti di vista, che nell’amore di Cristo si fanno uno: carità, catechesi e liturgia. E la speranza è, appunto, il nostro battesimo, la grazia di aver partecipato alla morte e risurrezione del Signore, pulsazione beata che continua a chiamarci al bene. “È un momento – insiste il vescovo – che sembra invitarci a considerare i bisogni radicali del cuore, ma anche dimensioni più aperte all’alto, a ciò che viene da Dio, ad accogliere la sua presenza e ispirazione. Ci aiuterà il passaggio dall’unico ministero, sul quale era costruita la Chiesa, al riconoscimento dei tanti ministeri di cui ha necessità e si arricchisce.”

Il progetto dei ministeri battesimali non fa che contemplare l’opera che lo Spirito Santo compie in noi e affidare al suo tocco di indicibile delicatezza il confronto con un contesto sociale esigente, a volte spiazzante. In un passaggio della sua lettera post-sinodale, il vescovo accenna a un “diventare artisti dell’amore, cioè santi”. “Ciascun presbitero è mandato a chiamare, a fare ciò che Gesù faceva: “Vieni e seguimi”. Questa dimensione spirituale e vocazionale è prioritaria. Ma il compito che richiede vera arte sarà costruire la comunione tra le persone, incoraggiare la fraternità, la relazione. Comporre le forze di chi esprime il dinamismo della profezia e chi custodisce il tesoro del passato. Una comunità eucaristica è un corpo che vive di polarizzazioni tra le quali occorre trovare un equilibrio.”

Da un lato ci sono i doni dello Spirito, dall’altro il manzoniano “guazzabuglio del cuore umano”, eppure il vescovo coglie un’armonia possibile. “La chiamata a un ministero è per il bene della comunità e di chi è chiamato. Ci si lega dentro un servizio che dà un orizzonte alla nostra vita, che altrimenti rischia di essere dispersa. Veniamo aiutati proprio dal ministero che svolgiamo a mettere in pace il cuore inquieto e il suo guazzabuglio.”

La vocazione palpita in noi, ma cerca occasioni per esprimersi. Alla Chiesa sarà richiesto di connettere vocazione, occasioni e comunicazione, perché tutti siano a conoscenza delle opportunità che si profilano. Per il vescovo è tra gli obiettivi del futuro prossimo. “Bisogna offrire occasioni imparando ad ascoltare le domande. Molti spunti verranno dal nostro vivacizzare la vita ministeriale; l’esperienza fa nascere infatti questioni che sollecitano risposte più pensate. L’amore non è soltanto ripetitività. È anche creatività e curiosità. Ha in sé un’insoddisfazione per quello che possiede, che ha raggiunto. Vuole andare avanti.”

Durante i lavori del Sinodo, sono stati preziosi i contributi di don Andrea Toniolo, preside della FTTR, e don Livio Tonello, direttore dell’ISSR. I ministeri battesimali chiedono una cura della formazione e potrebbero valorizzare le istituzioni che se ne occupano, dall’ambiente accademico all’Istituto di canto e musica per la Liturgia, dalla Scuola teologica alle Case di spiritualità. “Conoscere il pensiero di chi ha rielaborato una comprensione del mistero di Dio e della Chiesa ci dà l’impulso a uscire da visuali ristrette. Non dobbiamo tuttavia dimenticare che il servizio è in sé un luogo di formazione in cui si approfondisce la relazione con il Signore. Non è raro che uno si riconosca cristiano perché gli è stato chiesto di fare il catechista, o di cantare, o semplicemente di pulire la chiesa.”

Se i ministeri ordinati sono a disposizione di tutta la Diocesi e i ministeri battesimali di una singola comunità eucaristica, la Chiesa di Padova si ripromette di dedicare energie anche a promuovere, come chiede il Santo Padre, i ministeri istituiti del lettore, dell’accolito e del catechista. Il vescovo Claudio li vede a servizio delle collaborazioni pastorali: figure che un rito plasmerà accendendo in loro il fuoco della missione, “che si mettono a disposizione per la ricerca, l’animazione e la formazione dei vari ministeri delle singole comunità”.

Anna Valerio